Bibliografia

Israele, Palestina. Le verità su un conflitto
di Gresh Alain

Dalla nascita del sionismo alla guerra del 1948 e alla creazione dello stato di Israele; dalla resistenza dei palestinesi alla loro trasformazione in rifugiati e alla creazione dell'Olp; dalla guerra del 1967 agli accordi di Oslo e ancora alle scelte del governo Sharon: ripercorrendo i momenti cruciali del conflitto israelo-palestinese, Alain Gresh ci aiuta a comprendere una sanguinosa vicenda che dura ormai da un secolo e ha provocato la morte di migliaia di israeliani e di palestinesi. Un libro che rifiuta la solidarietà astratta con uno dei due contendenti - anche se non nasconde la simpatia per la «causa palestinese» - e abbraccia la tesi che nessuno dei due è investito da una «missione superiore», nessuno è buono, giusto, migliore per natura o per qualche grazia divina o immanente.

La Palestina nei testi scolastici di Israele. Ideologia e propaganda nell'istruzione
di Nurit Peled-Elhanan

"Nonostante tutte le altre fonti di informazione, i testi scolastici costituiscono potenti mezzi mediante cui lo Stato può configurare le forme di percezione, classificazione, interpretazione e memoria necessarie a determinare identità individuali e nazionali. Ciò vale in particolar modo per Paesi come Israele dove storia, memoria, identità personale e nazione sono intimamente legati". Così l'autrice inizia la sua analisi, serrata e approfondita, dell'approccio alla Palestina nei testi destinati a "ragazzi che a diciott'anni si arruolano nel servizio militare obbligatorio per attuare la politica israeliana di occupazione dei territori palestinesi". È un percorso illuminante in una "ideologia" che ha per scopo/effetto la disumanizzazione del popolo palestinese. L'analisi aiuta a comprendere, al di là del contingente, il rapporto profondo tra Israele e la Palestina e offre, in termini generali, uno spaccato valido ovunque del rapporto tra scuola e società.

La pulizia etnica della Palestina
di Ilan Pappé

Nel 1948 nacque lo Stato d’Israele. Ma nel 1948 ebbe luogo anche la Nakba (‘catastrofe’), ovvero la cacciata di circa 250.000 palestinesi dalla loro terra. La vulgata israeliana ha sempre narrato che in quell’anno, allo scadere del Mandato britannico in Palestina, le Nazioni Unite avevano proposto di dividere la regione in due Stati: il movimento sionista era d’accordo, ma il mondo arabo si oppose; per questo, entrò in guerra con Israele e convince i palestinesi ad abbandonare i territori – nonostante gli appelli dei leader ebrei a rimanere – pur di facilitare l’ingresso delle truppe arabe. La tragedia dei rifugiati palestinesi, di conseguenza, non sarebbe direttamente imputabile a Israele. Ilan Pappe, ricercatore appartenente alla corrente dei New Historians israeliani, ha studiato a lungo la documentazione (compresi gli archivi militari desecretati nel 1988) esistente su questo punto cruciale della storia del suo paese, giungendo a una visione chiara di quanto era accaduto nel ’48 drammaticamente in contrasto con la versione tramandata dalla storiografia ufficiale: già negli anni Trenta, la leadership del futuro Stato d’Israele (in particolare sotto la direzione del padre del sionismo, David Ben Gurion) aveva ideato e programmato in modo sistematico un piano di pulizia etnica della Palestina. Ciò comporta, secondo l’autore, enormi implicazioni di natura morale e politica, perché definire pulizia etnica quello che Israele fece nel ’48 significa accusare lo Stato d’Israele di un crimine. E nel linguaggio giuridico internazionale, la pulizia etnica è un crimine contro l’umanità. Per questo, secondo Pappe, il processo di pace si potrà avviare solo dopo che gli israeliani e l’opinione pubblica mondiale avranno ammesso questo “peccato originale”.

Palestina quale futuro?
La fine della soluzione dei due stati

Sognando Palestina
di Randa Ghazy

La guerra, la violenza, la paura. Ma anche le risate, l'amore, l'amicizia. Palestina, oggi. Un piccolo gruppo di amici - da Ualid, ragazzino di strada, a Ibrahim il pacifista - ha deciso di vivere insieme il tempo difficile delle rappresaglie, degli uomini-bomba, dei rastrellamenti. Ma si può vivere una vita normale, e sorridere, e scherzare, quando ogni giorno potrebbe essere l'ultimo?

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